Il Parco di Monza è esteso per oltre 700 ettari ed è il maggiore d’Europa tra quelli recintati da mura. Il suo disegno è stato modificato continuamente dai Reali ma i veri artefici dei cambiamenti sono stati i loro giardinieri e architetti, adibiti alla manutenzione del parco. E’ impossibile definire un suo stadio compiuto, visto che l’area è soggetta a dinamiche in continuo evolversi: perciò si parla di Sistema Vivente Parco. Nonostante le diversificazioni strutturali e l’incuria degli ultimi tempi, il parco è un paesaggio unico, una fusione di valori storici, culturali e ambientali intimamente legati, quasi un micromondo di Brianza ottocentesca: boschi, prati, cascine, ville il tutto attentamente progettato. Il piano iniziale risale all’imperatore Napoleone III di Beauharnais, che lo vuole sul modello dei parchi francesi (Versailles). Luigi Canonica è incaricato dei lavori e nel 1808 il parco di Monza già si configura come area cintata da mura di 14 Km e comprende campi, ville, strade e cascine (l’aspetto agricolo del tutto rimanda ad una diversificazione “politica” dai giardini francesi)Il Canonica individua tre aree corrispondenti ad altrettanti ambienti naturali: Zona Villa, a sud, mantenuta a giardino e campagna aperta, Zona Bosco Bello, occupata appunto a bosco e la zona presso il Lambro, con vegetazione riparia. Si apre la zona al pubblico, si allevano animali da caccia da liberare nei boschi, si creano aziende interne (Regi Vivai) operanti in proprio. Nel 1996 la Regione Lombardia ha avviato un programma di interventi volti a recuperare e valorizzare il parco e le sue strutture
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