Il Lambro è un fiume tristemente noto per essere uno dei più inquinati d’Europa. In realtà la maggior parte della zozzura del fiume arriva da Milano, che scarica nel fiume i suoi rifiuti civili e industriali per cui a Monza, città che si trova a Nord del capoluogo lombardo e quindi a monte, è ancora pulito. Purtroppo ci sono delle giornate in cui si vede una poco piacevole schiumetta sull’acqua del fiume anche nel centro di Monza ma in generale l’acqua è ragionevolmente pulita. Si vedono spesso dei pesciolini coraggiosi nuotare nell’acqua del fiume e in primavera anatre e paperi sfornano una serie di paperotti che nuotano in fila uno dietro l’altro fino all’inverno quando (beati loro) se ne vanno a svernare in posti più caldi.
Scorrendo lungo il centro della città il Lambro non è così male e in certe giornate addirittura bello!
Uno dei luoghi carateristici di Monza è il ponte dei leoni, così chiamato per i quattro animali di pietra che fanno la guardia agli angoli della costruzione. Punto di ritrovo dei giovani segna idealmente uno dei centri della città, uno dei piccoli luoghi da vedere.
Il resto del centro della città non è particolarmente grande anzi, considerando il numero di abitanti è piuttosto piccolo tanto che il sabato e soprattutto la domenica è addirittura difficile riuscire a fare una passeggiata perchè districarsi tra la folla non è un’impresa semplicissima.
Le principali vie del passeggio sono via Italia (la cosiddetta vasca) e via Vittorio Emanuele che si incrociano in corrispondenza dell’Arengario, uno dei monumenti più antichi della città.
La piazza del Duomo, a mio modesto avviso bellissima, non è particolarmente vissuta per il semplicissimo motivo che la maggior parte degli edifici pubblici che siaffacciano sulla piazza non sono particolarmente adatti per richiamare giovani o un minimo di attenzione: ci sono infatti due banche, un edificio in perenne ristrutturazione che un tempo ospitò una libreria, una libreria che vende libri a tema religioso e infine un locale, questo sì molto di moda, destinato all’aristocrazia dei giovani monzesi.
Giusto per completare il censimento dei negozi che si affacciano sulla piazza del duomo bisogna citare un negozio di elettrodomestici un po’ particolare, specializzato nella vendita di apparecchi di alto design (e di alto costo).
Una delle cose più belle della città è la Villa Reale, costruita dai Savoia quando di fatto elessero Monza a loro residenza. Disegnata da Piermarini la villa e il viale antistante sono bellissimi. Peccato che l’edificio sia stato di fatto abbandonato al suo destino da tempo immemore. Perennemente oggetto di restauri sembra che non si riesca a decidere cosa fare di un monumento di questa bellezza (e di questa mole), parliamo di centinai di stanze che potrebbero tranquillamente ospitare un grande museo o altre iniziative. Se ne parla da decenni ma di fatto non si muove niente.
La seconda domenica del mese via Bergamo, una delle strade più carine e peggio valorizzate della città, si anima ospitando un mercatino di mobili e oggetti di antiquariato. Non grandissimo ma il mercatino è comunque interessante: se fossimo in un paese anglosassone lo defineremmo “vintage”; siccome siamo in Italia diciamo che ospita al mercato del mobile di via Bergamo si vendono cose antiche e cose vecchie “.
Patrono della città è San Giovanni Battisti cui è dedicata la cattedrale (il Duomo di Monza).
La ricorrenza del Santo viene festeggiata in giugno con un evento speciale: nei giardini della Villa Reale viene allestito uno spettacolo pirotecnico particolarmente apprezzato. Ogni anno infatti lo spettacolo abbina i fuochi d’artificio col la musica classica ; un coctail particolarmente ben riuscito per un successo che si ripete ogni anno. Un piccolo consiglio: se volete assistere allo spettacolo cercate di arrvare con largo anticipo!
L’arengario.
L’antico palazzo comunale può essere datato nel XIII secolo.
In origine il palazzo era privo della torre e della “parlera”, quindi limitato al porticato ed al piano nobile dove si trovava il salone delle assemblee. Il soffitto del portico, su cui poggia il palco del piano nobile, è retto da travi su mensole scolpite con gustosi ornamenti: motivi di teste, simboli, emblemi gentilizi. In questa area coperta si svolgeva il mercato oggi trasferito in piazza Cambiaghi.
Il salone delle assemblee è coperto da capriate a vista ed è illuminato da trifore aventi caratteristiche romaniche con archi a tutto sesto, mentre le arcate del porticato sono a sesto acuto. Sulla parete ad ovest si aprono cinque trifore, ripristinate agli inizi del nostro secolo, uguali a quelle rimaste intatte nelle facciate sud e nord.
La parola stessa Arengario, indica la funzione della costruzione: come il foro in epoca romana, così l’arengario in epoca comunale è il luogo dove si svolgono le assemblee dei cittadini.
Inoltre nell’Arengario venivano trattenuti, per tutta la notte, coloro che erano stati trovati in giro dopo il terzo suono delle campane e sotto il porticato venivano eseguite le pubbliche condanne. Gli strumenti di tortura furono tolti solo nel 1797″