Francesco II Sforza concede la città di Monza allo spagnolo Antonio de Leyva e ai suoi discendenti (cui apparteneva la celebre Monaca di Monza di manzoniana memoria). Il “sieglo d’oro” degli spagnoli si tradusse per Monza in una grave pestilenza che decimò la popolazione. Il fiume Lambro venne utilizzato per i primi insediamenti industriali: le pale dei mulini azionate dall’acqua favorirono il sorgere di lanifici e setifici, che raggiunsero presto il primato produttivo, mantenuto per due secoli. Gli spagnoli tennero Monza sino al 1648, cedendola poi per 30.000 ducati d’oro al banchiere milanese Giovan Battista Durini, che inaugurò un periodo di rinascita economica e culturale fino al 1796.
Monza sotto gli Sforza
Le lotte tra Milano e Francesco Sforza vedono Monza assediata due volte da quest’ultimo. La città si arrese al condottiero nel 1449. Sua moglie Bianca Maria Visconti, ben propensa al progresso artistico, assicura a Monza prosperità nonostante le guerre e la pestilenza. Gli Zavattari affrescano la serie pittorica dedicata a Teodolinda nella cappella del Duomo, Pellegrino Tibaldi progetta il Battistero e il campanile del Duomo. A Bianca Maria successero i signori Galeazzo Maria Sforza e Gian Galeazzo, sotto la reggenza di Bona di Savoia. Monza venne poi concessa come signoria personale a Ludovico Sforza, che la passò a Carlo I e poi da Francesco di Francia ad Arthur Goufier, fino alla dominazione spagnola.
Monza tra Torriani e Visconti
Durante le lotte intestine tra le due famiglie milanesi dei Torriani e Visconti (XIV secolo) Monza sceglie prima di appoggiare i secondi, poi, nel 1312, di diventare ghibellina. Nel 1322, durante gli scontri tra guelfi e ghibellini, Monza è occupata e saccheggiata, ripresa dai guelfi che ne fecero una base contro i Visconti, poi nuovamente alla mercè dei ghibellini nel 1324, dopo otto mesi di assedio. Vengono realizzate grandi opere di difesa, tra cui il castello e la biforcazione del fiume Lambro al centro della città. Galeazzo Visconti fa erigere la Torre Viscontea a scopi difensivi, in seguito tramutata in terribile prigione nota col nome di “forni” e destinata ad accoglierlo con tutta la famiglia, prima della liberazione del 1328. Arte e cultura però non vengono meno in tempi di lotte tra signorie: Matteo da Campione realizza la facciata del Duomo, sorgono le Chiese di Santa Maria in Strada, Santa Maria del Carrobiolo e San Maurizio.
La Chiesa di San Gerardo
La Chiesa di San Gerardo è una costruzione piuttosto recente (1836), voluta dal vicerè Ranieri, che sorge sull’antico sito dove fin dal 925 si trovava una piccola chiesa dedicata prima a Sant’Ambrogio e poi a San Gerardo (1174). Occupata fino al 1786 da una scuola di disciplini, nel 1582 San Carlo la dichiara chiesa parrocchiale, svolgendovi l’anno successivo una messa solenne in seguito all’ufficializzazione del culto di San Gerardo voluta da Gregorio XIII. La costruzione del nuovo tempio fu effettuata in modo che almeno l’altare maggiore dell’antico edificio, che custodiva le spoglie di Gerardo, rimanesse integro e incorporato nella nuova struttura. La chiesa è a croce latina, su progetto dell’architetto Moraglia.
Monza sotto i Longobardi
L’arrivo dei Longobardi nel territorio di Monza (568) corrisponde ad un periodo di grande splendore. Autari, e soprattutto sua moglie, la regina Teodolinda, rendono Monza un centro politico, culturale e religioso di primaria importanza. Il secondo marito della regina, Agilulfo, viene da lei convertito al cristianesimo grazie all’influenza di Gregorio Magno. Teodolinda fece innalzare nel 595 la Basilica di San Giovanni Battista, ora Duomo, dove nel 603 avvenne il battesimo del figlio Adaloaldo e dove è conservata la sua cripta e altri preziosi tesori, tra cui la famosa Corona Ferrea. La regina dei Longobardi fu molto benvoluta dai monzesi e ricordata ancora oggi con devozione per la sua munificenza e bontà. Morì nel 625.
Esperienze sulla fotografia e videoarte dal mondo arabo
L’appuntamento si inserisce all’interno del progetto OBBIETTIVO PARCO ““ QUATTRO FOTOGRAFI INTERNAZIONALI INTERPRETANO IL PARCO DI MONZA che prevede un anno di incontri, workshop e mostre per celebrare il duecentesimo anniversario del Parco di Monza.
Giovedì 16 luglio, alle ore 18.30, al Binario 7 di Monza (via Turati,8 ) si terrà la conferenza di Martina Corgnati dal titolo “Esperienze sulla fotografia e videoarte dal mondo arabo: Akram Zaatari come videoartista”.
L’incontro si inserisce all’interno del progetto OBBIETTIVO PARCO che, attraverso workshop e momenti espostivi, intende valorizzare il Parco di Monza che ha festeggiato, lo scorso 14 settembre, il suo duecentesimo compleanno.
L’iniziativa, promossa dal Comune di Monza (Assessorato alla Cultura e Assessorato al Parco e Villa Reale) e curata da Martina Corgnati, coinvolge, fino a primavera 2007, quattro importanti fotografi internazionali (Ron Nicolaysen, Pierrot Men, Gennady Ratushenko, e lo stesso Akram Zaatari) che terranno altrettanti workshop per scoprire e fotografare il parco secondo lo stile, le modalità e i soggetti che sono loro più congeniali; a questi, si affiancheranno dieci studenti selezionati, provenienti dalle accademie d’arte e dalle università italiane. Due posti per ogni workshop sono riservati agli studenti degli Istituti d’Arte di Monza.
Proprio in questi giorni (fino al 14 luglio) l’artista libanese Akram Zaatari (è nato e lavora a Beirut) sta tenendo il suo incontro-stage con gli studenti.
Fino al 1° ottobre ai giardini del Mirabello del Parco di Monza, si può ammirare un’anteprima del progetto, con l’esposizione delle immagini frutto del primo reportage e del workshop tenutosi in aprile: dieci scatti di Ron Nicolaysen, primo docente arrivato a Monza, affiancate da dieci fotografie degli studenti (Dario Brivio, Valentina Ciocchi, Francesco Colombo, Elisa De Rosa, Silvio Dello Joio, Francesco Giuffrida, Barbara Gurrieri, Barbara Loiacono, Stefano Spera, Davide Stucchi).
Per informazioni:
Ufficio Mostre, viale Brianza 2, 20052 Monza; tel. 039.322086; fax 039.361558 eventiespositivi@comune.monza.mi.it